Identificato per la prima volta da Jay Conrad Levinson nel 1984, il Guerrilla Marketing (o Guerriglia Marketing) è una strategia marketing che si basa su tecniche di promozione non convenzionali per attirare o mantenere l’interesse del target di riferimento verso un determinato prodotto o servizio.
Cioè?
Cioè nel marketing tutto ciò che è in grado di far parlare di sé fa brodo.
Mi spiego meglio. Tutto ciò che viene utilizzato o creato per far risaltare un brand, un prodotto, un servizio o una start up in modo non convenzionale – ovvero non identificabile nelle strategie marketing più classiche (qui ne trovate diversi esempi) – è considerato guerriglia marketing.
Quali sono gli elementi chiave del guerriglia marketing?
Nel suo libro intitolato – provate a indovinare – Guerrilla Marketing (se vi interessa lo potete ordinare da Asmazon qui, o da piccole librerie indipendenti qui), Levinson identifica i seguenti principi che caratterizzano questa strategia di comunicazione:
- È una strategia marketing economica: non serve un grande budget, ma serve grande creatività.
- L’investimento principale del Guerriglia Marketing si basa sul tempo e sull’energia.
- Per misurare l’efficacia di questa tecnica bisogna considerare il profitto, non la vendita.
- Le relazioni (oggi diremmo i followers, i like o l’engagement) sono il risultato più importante.
- Serve un focus specifico che faccia pensare a un determinato concetto, piuttosto che un collegamento ampio e generico.
- Il Guerriglia Marketing è pensato per rafforzare le relazioni già instaurate piuttosto che per crearne di nuove.
- La collaborazione è più importante della competizione.
- Il Guerrilla Marketing è più efficace quando abbinato ad altre strategie di comunicazione e a strategie marketing multi canale.
Si, ma nel concreto, qualche esempio di Guerrilla Marketing?
Lo so, lo so, voi volete esempi concreti dai quali prendere spunto e dai quali lasciarvi ispirare. E chi sono io per negarvi questo piacere? Ecco qua i miei esempi preferiti di Guerriglia Marketing:
- L’urban marketing. Tra le diverse tipologie di Guerrilla Marketing, una delle mie preferite è l’urban marketing ovvero una strategia marketing che sfrutta elementi urbani (in questo caso le strisce pedonali) personalizzandole per veicolare un messaggio specifico.
- Guerrilla marketing nei poster. Anche i poster – se ben pensati – possono diventare Guerriglia marketing. Frontline e Netflix ne danno una chiara dimostrazione.
- Guerrilla Marketing nelle campagne di sensibilizzazione. Particolarmente impattanti sono le campagne di sensibilizzazione – solitamente gestite da no profit o dallo Stato – che uniscono un messaggio forte, una comunicazione chiara e il guerriglia marketing.
- Guerrilla Marketing negli accessori. Si, questa è una delle mie declinazioni preferite. Quanto sono belli questi esempi?
Insomma, come avrete capito di esempi di Guerriglia Marketing ce ne sono numerosissimi, declinati in infinte possibilità. La cosa interessante è che, il più delle volte, hanno senso solo se conoscete il prodotto al quale si riferiscono. Pensate all’esempio di Stranger Things: se qualcuno di voi non avesse mai visto questo telefilm (cosa state aspettando?) non capirà il messaggio veicolato dal cartellone riportato come esempio. Anzi, potrebbe addirittura sembrare una cosa rovinata. Non è rischioso? No, perché il Guerriglia Marketing è quasi come un linguaggio segreto comprensibile solo ai fan più fedeli. E questo non farà altro che fidelizzarli ulteriormente!