Nel mondo del marketing far parlare di sé è essenziale per qualsiasi brand che voglia emergere in un mercato competitivo. Questa strategia di comunicazione, nota come buzz marketing, non solo accresce la visibilità del marchio, ma costruisce anche una reputazione solida e duratura. Un brand che riesce a generare discussioni attorno a sé, infatti, beneficia di una forma di pubblicità gratuita, spesso molto più efficace delle campagne pubblicitarie tradizionali.
Il Buzz Marketing sfrutta il potere delle recensioni e delle conversazioni informali per far diventare il passaparola una potente leva di persuasione da sfruttare all’interno di una strategia marketing più articolata. Secondo uno studio pubblicato da Nielsen, il 92% dei consumatori si fida maggiormente delle raccomandazioni di amici e familiari rispetto alle forme di advertising tradizionali (qui puoi trovare maggiori informazioni).
Pertanto, una strategia di marketing che punta a far parlare di sé non solo aumenta la notorietà del brand, ma genera anche un effetto moltiplicatore grazie al passaparola (ne abbiamo parlato qui), consolidando la fiducia e la fedeltà dei consumatori.
Un altro vantaggio di questa strategia di comunicazione è la capacità di stimolare il coinvolgimento attivo del pubblico, che si traduce in interazioni più profonde e durature con il brand. In un’era digitale in cui l’attenzione dei consumatori è frammentata (secondo questo studio, non riusciamo a stare attenti più di 8 secondi!), riuscire a creare conversazioni significative attorno al proprio marchio è un elemento distintivo che può fare la differenza tra un brand che si limita a sopravvivere e uno che prospera.
Il Buzz Marketing, così come lo User Generated Content e il passaparola sono tutti alleati formidabili di un’altra strategia di comunicazione straordinaria: lo storytelling. Tutte queste strategie marketing riflettono una visione comune nel settore della comunicazione: una buona strategia deve andare oltre il semplice messaggio pubblicitario, puntando invece a coinvolgere il pubblico e a far parlare di sé. Questo coinvolgimento non solo rafforza la presenza del marchio sul mercato, ma ne assicura anche una maggiore longevità, poiché un brand di cui si parla è un brand che rimane nella mente dei consumatori.
D’altronde, anche Seth Godin, uno dei maggiori esperti di marketing a livello mondiale, afferma:
“Il marketing non è più questione di ciò che fai, ma delle storie che racconti”.
Il caso Braille con i mattoncini Lego
Un esempio significativo di come una strategia di marketing ben pianificata possa far parlare di un brand è il caso dei mattoncini Lego in Braille. Questa iniziativa ha suscitato grande interesse e discussione a livello globale, grazie all’originalità e all’impatto sociale del progetto.
Lego ha lanciato una serie di mattoncini con scritte in Braille, destinati a bambini non vedenti e ipovedenti, per aiutarli a imparare a leggere in modo divertente. Questa mossa non solo ha rafforzato l’immagine di Lego come brand attento all’inclusività, ma ha anche generato un’enorme quantità di copertura mediatica e discussioni sui social.
L’iniziativa ha colpito i consumatori, gli educatori e i genitori, diventando un esempio perfetto di come un prodotto possa essere progettato per rispondere a una necessità sociale reale, generando al contempo un impatto positivo sulla reputazione del brand.
Questa strategia marketing ha dimostrato come il creare prodotti con un valore aggiunto possa far parlare di sé in modo autentico e significativo, andando oltre la semplice promozione commerciale. Inoltre, il caso dei mattoncini Braille sottolinea l’importanza di una strategia di comunicazione che non solo promuova il brand, ma contribuisca anche a un cambiamento sociale positivo, dimostrando come le aziende possano avere un ruolo attivo nel miglioramento della società, tutto mentre aumentano la loro visibilità e costruiscono una base di clienti leale e affezionata.
Se questa storia vi ha affascinati, vi consiglio di dare un’occhiata a questo bellissimo documentario che LEGO ha preparato per spiegare l’idea del The LEGO Braille Bricks. Vale la pena!

