Social media marketing, content marketing, gamification, SEO, e-mail marketing, affiliated marketing, product placement, realtà aumentatà, realtà virtuale e, ora, marketing drop.

È passato diverso tempo da quando l’unica strategia di comunicazione era la pubblicità (che fosse cartacea, per la televisione o per la radio). Ma con l’avvento di internet migliaia di nuove possibilità si sono fatte strada nella nostra quotidianità e, onestamente, mi piacciono da impazzire!

Per chi, come me, si occupa di tutto ciò che è digital marketing, la costante formazione è fondamentale per rimanere al passo con le innovazioni (vi ricordate che qui vi avevo parlato del web marketing festival?) e oggi vi voglio parlare dell’ultima strategia marketing che mi ha rubato il cuore: il drop marketing.

Marketing drop: piccole collezioni in limited edition a sorpresa

Il marketing drop è una strategia marketing che prevede la combinazione perfetta tra digital marketing e phisical marketing. Il drop marketing, infatti, prevede di lanciare piccole micro-collezioni che includano un numero limitato e controllato di prodotti.

Implementabile sia nei negozi fisici sia nell’e-commerce, il marketing drop (dall’inglese “to drop” “lasciare cadere”) consente di mantenere sempre alto l’hype e l’attesa, incoraggiando i potenziali clienti a seguire quasi spasmodicamente gli aggiornamenti del brand sorvegliando le pagine social, le newsletter e qualsiasi altro canale comunicativo utilizzato.

Il drop marketing utilizza sempre la strategia delle limited edition: offerte limitate di cui non si prevede alcuna replica proposte da un brand. È una delle strategie di sales promotion nate nei contesti di grocery retail, utilizzate soprattutto nel campo dell’automotive e dell’editoria e, pian piano, trasmesse anche al fashion system e allo streetwear.

Oggi, le limited edition e il marketing drop sono strategie marketing utilizzate soprattutto dai brand di lusso.

Qual è il meccanismo psicologico che sta alla base del marketing drop e delle limited edition?

Secondo Forbes,  sia la limited edition strategy che il marketing drop si basano sulla “LQS” ovvero la Limited Quantity Scarcity e sulla “LTS” Limited Time Scarcity: limitate temporalmente e quantitativamente queste linee diventano ancora più esclusive e riescono a incoraggiare i consumatori ad “aggiudicarsi” il prodotto.

Attraverso queste strategie marketing, i brand riescono a far percepire i prodotti come “non per tutti”, speciali, unici, d’élite. La scarsità, l’esclusività e l’attesa di un bene ne incrementa il desiderio, creando un hype e un passaparola insuperabili.

Chi sono i brand esperti nel drop marketing?

Anche se, come dicevo, l’antenato del marketing drop va cercato all’interno del grocery retail, secondo alcuni è stato il genio di Steve Jobs a renderlo famoso. Creando intorno all’Apple una sorta di magia per la quale o sei un Mac lover o sei fuori dal giro, Steve Jobs ha sempre creato un’alta attesa prima dell’uscita di ogni nuova collezione (di iphone, di ipod, di ipad…).

Oggi giorno, senza dubbio, il king del marketing drop è Supreme. Noto brand di abbigliamento newyorkese, Supreme ogni settimana fa dei veri e propri piccoli “drop” (ovviamente in limited edition) che incoraggiano centinaia di ragazzi a fare ore e ore di coda per entrare nel negozio e riuscire ad aggiudicarsi il capo di quel giovedì.

È una moda destinata a finire? È una strategia marketing che diventerà insostituibile? Come direbbe Manzoni ai posteri l’ardua sentenza. Per ora io mi godo le limited edition – soprattutto di brand artigianali – che mi fanno sentire una vera fan dei loro prodotti, assicurandomi di non trovarmi per strada vestita identica alla persona che ho davanti!