Tra tutte le lingue del mondo (ce ne sono circa 2700!) l’inglese è una di quelle con il vocabolario più ricco. Gli inglesi hanno infatti un vocabolario medio stimato di circa 500.000 parole, i tedeschi raggiungono solamente le 185.000 parole e gli italiani le 150.000 (se queste curiosità vi divertono tanto quanto a me, qui potete trovarne altre).

Forse è proprio per questo che ogni anno aggiungiamo al nostro dizionario nuove parole inglesi che entrano nel nostro vocabolario comune. Una di queste indica un lavoro del quale vorrei parlarvi oggi: il copywriter.

Se una volta il termine redattore pubblicitario indicava il professionista esperto nella scrittura di testi legati alla pubblicità, oggi con il termine copywriter si indica una più vasta area di competenza. Il copywriter, infatti, si occupa non solo dei testi di advertisement, ma di tutti i testi legati al mondo del marketing e delle strategie di comunicazione.

Il webcopywriter è invece più settoriale in quanto rappresenta la figura professionale che crea tutti i testi nel mondo del web. Negli ultimi anni la figura del webcopywriter si sta poi fondendo con la figura di content creator ovvero il creatore di contenuti creativi per un brand (principalmente per i social e per le strategie di social media management).

Ma quali sono gli elementi chiave per giudicare un buon copywriter?

  • I suoi testi sono brevi, efficaci e funzionali. Peter Barry diceva:

«La pubblicità si basa sulla comunicazione. E non importa che sia fatta di immagini o di parole purché sia semplice. Checché ne possiate pensare chiunque può scrivere un buon testo lungo. Pensate al vostro lavoro non come a quello di chi scrive parole, ma di chi le evita. Non state scrivendo un romanzo o un poema.»

Questo concetto si è poi tradotto nel più famoso “Less is more”: meno parole, meno sforzi, più semplicità.

  • I suoi testi si basano sulla tecnica SEO. La SEO (Search Engine Oprimization) nel copywriting è una strategia di scrittura che tiene conto dell’ottimizzazione di una struttura e dei contenuti di una property digitale per renderla efficace dal punto di vista dei motori di ricerca. Keywords, paragrafi, struttura della frase, divisione del testo, link a fonti attendibili, formattazione con elenchi puntati: ogni dettaglio deve essere ottimizzato in ottica SEO mantenendo la correttezza linguistica e creando una fluidità di lettura.
  • Si occupa di tutti i testi. Diffidate da chi è troppo selettivo: un buon copywriter riesce a destrarsi con facilità tra newsletter, post per i social media, comunicati stampa, testi pubblicitari, contenuti per siti e blog, testi per brochure, monografie istituzionali… Insomma: per creare continuità stilistica, la forma lessicale e il tone of voice è fondamentale.
  • È empatico. Potrebbe sembrare una dote non necessaria per un copywriter, ma l’empatia è invece uno strumento fondamentale per comprendere il target di riferimento, per capire cosa cercano in un testo, per intuire quali parole funzionano meglio delle altre.
  • Sa lavorare in team. La scrittura nelle strategie marketing e nelle strategie di comunicazione non è sufficiente. Così come le immagini non sono un veicolo esclusivo per comunicare una brand identity. Serve il lavoro di squadra, serve dialogo tra il digital marketing expert, il grafico, il copywriter e il cliente: solo così il lavoro sarà eccellente. L’abbiamo dimostrato quando abbiamo analizzato il marketing di Sanremo, lo Spotify wrapped e la strategie di digital marketing di Taffo: è sempre l’unione a fare la forza!