Regis McKenna, una delle personalità più influenti nel mondo del marketing, diceva “Il marketing è tutto e tutto è marketing”. Ogni cosa che si vende, ogni evento che si organizza, ogni post su un social media, ogni discorso effettuato nel corso di un comunicato stampa, ogni pubblicità: tutto è marketing.
Da grande e appassionata lettrice di narrativa contemporanea, adoro osservare le strategie marketing nel mondo dell’editoria, specialmente quelle relative agli autori che ritengo dei fuori classe. Per esempio, mi piace vedere come i miei scrittori preferiti si comportano sui social media, centro portante di qualsiasi strategia marketing odierna.
Se date un’occhiata al profilo Instagram di Fabio Genovesi (se non avete letto Chi Manda Le Onde rimediate subito!) vi sembrerà evidente che è stato fortemente incoraggiato ad aprire questo profilo social per accorciare la distanza tra la sua penna e i suoi lettori. Ma non è certo l’unico! Chiara Gamberale, per esempio, continua a rifiutarsi di avere Instagram (e si vocifera anche uno smartphone!). Al contrario Massimo Gramellini fa un uso ineccepibile dei social media, così come Alice Basso che intrattiene a suon di ironia e immagini satiriche.
Il mondo dell’editoria ha però molti altri assi nella manica da utilizzare all’interno delle strategie marketing oltre alle tradizionali pubblicità, come gli eventi, gli incontri per presentare il libro, i firma copie e i gadget da regalare con la prevendita.
Ma – rullo di tamburi – c’è un solo grande, unico, inimitabile, re dei re degli eventi per il mondo dell’editoria: il salone del libro.
Il salone del libro: salotto letterario o strategia marketing?
Il salone internazionale del libro si svolge ogni anno a Torino nel mese di maggio: nel 2023 sarà il suo 35esimo anno. È senza dubbio la più importante manifestazione (o strategia marketing?) italiana nel campo dell’editoria e prevede incontri tra scrittori, presentazioni di libri, conferenze, spettacoli e attività didattiche.
Cosa c’entra il marketing con questa iniziativa letteraria?
Come dicevo all’inizio, il marketing è tutto e tutto (si, compreso il salone del libro!) è marketing. Nonostante l’obiettivo primario del salone internazionale del libro sia quello di lasciare spazio alla cultura, incoraggiando dibattiti e discussioni arricchenti che sappiano dare la giusta luce a tematiche importanti, il libro inteso come oggetto più che come concetto sta inevitabilmente al centro della scena con forti impatti sul mercato delle vendite nel medio-lungo periodo.
E se non si dovesse scegliere?
Sono fermamente convinta che il salone del libro sia un’unione di tante cose: lotta per la cultura, desiderio di mostrarsi, volontà di condividere, pubblicità, perfezionamento della strategia comunicativa, ottimizzazione della strategia marketing e conoscenza del target di riferimento.
Perché dobbiamo scegliere tra cultura e marketing? Perché non possono coesistere i mondi della letteratura e delle vendite, del confronto e della pubblicità?
I libri – e il mondo dell’editoria in generale – vivono una costante crisi dalla quale non è facile sollevarsi e il marketing è una delle poche azioni che li tengono ancora vivi. Per come la vedo io – da appassionata sia del mondo della letteratura sia del mondo del marketing – tutto ciò che può dar luce a scrittori emergenti, libri straordinari e autori ispiranti è il benvenuto! Il resto sono solo chiacchiere (che comunque sono pubblicità!).